Quando scrivo mi piace essere sola, sapere di avere davanti molto tempo libero in cui nessuna interferenza interverrà a distrami dai miei pensieri creativi e magari anche in assoluto silenzio, per sentire meglio i miei pensieri. Eppure, mentre scrivevo “Come la foresta ama il fiume. Storia di una Resistenza” spesso mi sono trovata ad ascoltare delle melodie, canzoni evocative che mi hano aiutata a trovare l’ispirazione. Quelle che con più frequenza risuonavano nell’aria erano queste, note che hanno avuto la capacità di portarmi lontano, fino ad Erna e di sentire per un secondo come ci si sente ad essere una donna più grande di me, con esperienze diverse dalle mie, eppure con un cuore simile a quello di molte altre donne che amano.
Stupenda riflessione o considerazione; la musica porta lontano senza incontrare ostacoli. Mai. E ti guida tenendoti per mano per farti raccontare quel che dentro il cuore non riesce a diventar parole. Leggendo ed ascoltando il brano dei Nomadi mi sono tornate in mente le parole di Oscar Wilde in “Il critico e l’artista”: la musica mi sembra sempre produrre questo effetto. Ti crea un passato di cui eri all’oscuro e ti riempie di un senso di dolori che erano stati tenuti celati alle tue lacrime.
Credimi non c’è miglior viaggio da raccontare se riesci a scrivere ciò che la musica ti suggerisce di dire. Io ancora ci provo, talvolta ci riesco. Buon lavoro.
Renato
La musica ti crea un passato di cui eri all’oscuro è proprio la frase giusta per me
Accidenti, scusa Anna Laura; come ho fatto a non ricordarmi di Platone? Il mio professore di filosofia direbbe che è fondamentale. Ecco: “La musica è una legge morale, essa da un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose”. E Woodstock doveva ancora arrivare.
I tuoi commenti sono sempre molto nutrienti, grazie!
L’ha ribloggato su Renato Gentile.
Grazie!
Grazie del follow. Ti leggerò molto volentieri nelle prossime settimane. A presto!
Idem 🙂
Io preferisco il silenzio, spesso con la musica faccio fatica a concentrarmi. Tranne che Einaudi, lui mi accompagna sulla tastiera 🙂
Effettivamente le melodie senza parole conciliano di più anche me
Scusate, l’avevo dato per scontato. Mi riferivo a brani musicali senza lirica; quando c’è bisogna ascoltarla e la possibilità di distrazione aumenta. Io riesco ma ho anni di esercizio alle spalle. In ogni caso, giusto per conoscerci; il mio primo libro “chiede” di essere letto con il suo preciso ambiente musicale. Sono più di 50 brani ognuno col la sua esatta collocazione emotiva. Buon lavoro
Renato Gentile
Grazie Renato